
La mostra “Vincent Van Gogh.
Campagna senza tempo – Città moderna”: dall’8 ottobre 2010 al 20 febbraio 2011
al Vittoriano.
Dopo ventidue anni torna in scena al
Vittoriano il genio di Van Gogh. Il percorso della mostra analizza i due aspetti
contraddittori che sovente guidarono il pittore nella scelta dei soggetti dei
suoi dipinti, le due polarità tra cui l'artista oscilla, nell'impossibilità
dolorosa di una scelta definitiva: il suo amore per la campagna come ambiente
fisso e immutabile, e il suo legame con la città, centro della vita moderna e
del suo rapido movimento. La mostra è curata da Cornelia Homburg, una delle
maggiori esperte del pittore olandese, che spiega: "Van Gogh ci mostra la "sua"
campagna, dove non sembra ancora arrivata la rivoluzione industriale, i
sobborghi cittadini, in cui antico e moderno si fondono". La mostra che si snoda
lungo 70 capolavori dell’artista, tra dipinti, acquarelli e opere su carta e più
di 30 opere di artisti dai quali trasse ispirazione tra i quali Millet, Pissarro,
Cézanne, Gaugain e Seurat. Van Gogh era un uomo di profonda e raffinata cultura,
aveva padronanza di molte lingue, aveva studiato come mercante d’arte , dunque
conosceva perfettamente dipinti e opere d’arte, apprendiamo dalla lettura delle
sue lettere, in particolare dal carteggio con il fratello Theo dell’importanza
di queste conoscenze nello sviluppo della sua opera. Sin dagli inizi della sua
attività egli s’ispirò a maestri del recente passato, come Eugene Delacroix,
Charles Daubigny, Jean-François Millet - che egli chiamava addirittura Père,
padre. Tra i capolavori dai quali trovò ispirazione citiamo I raccoglitori di
fieno di Millet dal Louvre.

In Olanda conobbe gli appartenenti alla
Scuola de L’Aia ai quali si unì, come Mauve e Van Rappard, rappresentati in
mostra, dipingendo il paesaggio olandese. Qui approfondì la sua perlustrazione
degli ambienti proletari della città in continua espansione. Tra le opere più
significative: La semina delle patate dal Von der Heydt-Museum di Wuppertal che
può essere contrapposto a Strada con sottopassaggio (Il viadotto), dal
Guggenheim museum. Nel 1886 si trasferì a Parigi la capitale, centro della
cultura mondiale, la sua osservazione delle opere degli impressionisti gli fece
comprendere l'originalità e i valori racchiusi in quella nuova interpretazione
della visione: anche se non aderì mai a quella scuola, conobbe Guillamin e
Pisarro e Paul Cézanne, che avevano trovato un modo sorprendentemente moderno di
ritrarre la campagna, utilizzando colori intensi e una nuova pennellata. Tra i
loro soggetti vi erano anche i nuovi prodotti della tecnica e scene di vita
moderna e di svago nella capitale francese e nei dintorni. Le loro opere
proponevano temi, stili e tecniche che Vincent van Gogh studiò a fondo . Molto
espressiva la sua tela Orti a Montmartre, 1887, dallo Stedelijk Museum,
Amsterdam. In seguito s’ispirò ai maestri post-Impressionisti , Paul Gauguin e
Georges Seurat. E’ presente alla mostra il capolavoro di Gauguin, Lavandaie al
Canal Roubine du Roi, dal MoMA di New York.

C’è sempre una sorta di ambiguità nel
collocarsi al mondo che si rivela, ad esempio, nella doppia identità degli
autoritratti in cui si ritrae, nei panni di "gentiluomo di città" e di
contadino, si segnala il famoso Autoritratto del 1887 conservato presso il
Rijksmuseum di Amsterdam. Quando nel 1888 Van Gogh si trasferì nel Sud della
Francia, fuse le lezioni che aveva appreso in Olanda e a Parigi per articolare
ulteriormente la sua visione artistica, il pittore selezionò immagini e temi
specifici che gli consentivano di presentare valori eterni ed esperienze
contemporanee. La sua caratterizzazione della campagna come ambiente immutabile
non si basava tanto sull’osservazione casuale e la registrazione di ciò che
vedeva ma piuttosto era nutrita dalla sua vasta conoscenza dell’arte e dalle
particolari idee che egli sapeva comunicare. Van Gogh rappresenta la sonnolenta
e provinciale Arles in modo da evocare una città moderna e contrappose al suo
progresso industriale immagini fuori dal tempo come il Seminatore dall’Hammer
Museum di Los Angeles, dove la figura del seminatore dei campi viene ritratta in
contrapposizione con le ciminiere delle fabbriche che spuntano in lontananza.

Un parco pubblico di Arles poteva
essere presentato come una moderna oasi urbana, nelle pennellate vorticose dei
Cipressi con due figure femminili, dal Kröller-Müller Stifting, con persone a
passeggio ma, in altri dipinti poteva divenire un giardino appartato in cui
abbandonarsi alla fantasticheria e contemplare la natura. Il ritratto di Madame
Routin con la sua figlioletta dal Philadelphia Museum of Art, fa riferimento a
un’immagine tradizionale della Madonna ma era dipinto con uno stile
distintamente attuale. La sera del 27 luglio 1890 pose fine alla sua vita nella
sua residenza di Auvers-sur-Oise.
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