
Con la compagnia: Ah!
Theatre Illusion di Anthony Heinl e la partecipazione di Nino Mallia
Con: Anthony Heinl, Nino Mallia, Eleonora Berti, Nadessja Casavecchia, Mimmo
Miccolis, Antonella Perazzo, Marika Riggio, Marianna Zanaglio.
Coreografie e regia Anthony Heinl
In questo mondo pieno di rumori, assordante di vocaboli, di parole, continue,
spesso futili, automatiche, sempre più associate a prodotti da smerciare, parole
che ci allontanano dalla quiete del silenzio interiore, parole come pattume
superfluo, lontane dall’origine, da noi stessi, dalla meditazione, parole dette
per non pensare, termini spesso ridotti a fraseggi o a sigle, Anthony Heinl e
Nino Mallia ci regalano la magia, l’incanto del silenzio. Silenzio verbale. Loro
si esprimono con il corpo e con gli occhi, e colpiscono dritto al cuore. Sanno
far sognare e sospirare, trasformano lo spazio teatrale in un piccolo universo,
dove si alternano, Heinl con il suo gruppo di teatro danza (per anni è stato
primo ballerino dei Momix) e Mallia con la malìa (nomen omen) dei mimi più
consumati (è stato allievo di Etienne Decroux). Heinl plasma il palcoscenico, è
la sua galassia, lì danza e gioca, bravissimo e armonico è il signore degli
atomi, ci da l’illusione di trasfigurare lo spazio in campi magnetici, levita e
fa levitare i suoi ballerini, inverte l’ordine gravitazionale, forgia quadri
cosmici dove energia e materia si ricreano in forme bizzarre e liriche. Il suo
universo richiama quello letterario di Calvino, “Le Cosmicomiche” novelle
spaziali in cui l’autore descrive meduse e altre creature marine in viaggio
verso la luna.
Notevole la scena in cui il coreografo americano fa danzare un enorme groviglio
di tubi a ritmo techno-tribal.

Mallia è un poeta venuto
da lontano, dal punto in cui passato e futuro coincidono. Si muove con grazia in
un mondo percepito soltanto da lui. Una dimensione che generosamente ci palesa.
E’ la magia dell’artista. Il pubblico avverte improvvisamente dischiuse le porte
della percezione. Lui è il trait d’union, il viaggiatore di dimensioni, l’attore
che rende visibile l’invisibile. Modella oggetti e forme, attraversa la scena
come se avesse le ali ai piedi e a poco a poco il paesaggio trasparente si
mostra e affascina. Mallia non usa soltanto il corpo, gli occhi sono per lui un
potente mezzo di comunicazione, nella scena in cui interpreta un direttore
d’orchestra alle prese con “La gazza ladra” di Rossini, muta espressione con la
stessa velocità con cui si susseguono le note musicali dell’opera, passando
dalla delicatezza d’animo al ghigno terribile di una Gorgone furiosa, il tutto
condito con una carica di duende degna del grande spirito andaluso.
Il quadro finale, una serie di conigli fluorescenti e danzanti ideati da Heinl
chiude la piece. Deliziosi! A dimostrazione che mister Eduardo Kac (nomina sunt
omina?) con i suoi esperimenti-orrori d’arte transgenica in cui fa nascere
animali fosforescenti in laboratorio ci può sorprendere ma mai affascinare, per
quello è necessaria l’arte vera, “il potere misterioso che nessun filosofo
spiega”.
Rossella Monaco
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