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Nasce a New York nel 1951.
E’ uno dei massimi artisti contemporanei, ha utilizzato in modo sperimentale le
tecniche video di ultima generazione. Bill Viola ha dato nuova vitalità alla
video arte, sviluppando forme e contenuti nuovi.
Da trentacinque anni, realizza video-installazioni, performances di video e
musica elettronica, utilizzando le più avanzate tecnologie . Le sue opere d’arte
sono costruite per avvolgere sensorialmente il visitatore, con suoni e immagini,
che coniugano una tecnica sofisticata a un'assoluta essenzialità formale.
Bill Viola sposa nel 1980 Kira Perov, con la quale viaggia e lavora insieme. La
mostra “Visioni interiori” è curata proprio dalla stessa Kira Perov e realizzata
in collaborazione con Claudia Zevi & Partners e presenta una selezione di opere,
che comprende esempi diversi delle sue ricerche artistiche recenti.

Il viaggio di ricerca dell’identità interiore dell’artista, si snoda attraverso
sedici stazioni, rappresentate da altrettante opere di video- arte. Il percorso
comincia con “The Crossing”, che rappresenta l’annullamento del vecchio io. A
questo fine la corporeità va superata, eliminata e purificata attraverso il suo
annientamento, il corpo dell’artista è bruciato e annegato. “Surrender”, l’opera
successiva rappresenta l’arrendersi al nostro percorso e alla nostra missione
alla certezza consapevole di dovere e potere nello stesso tempo nascere e
morire,”Emergence”.
Il percorso prosegue
attraverso la meditazione, vediamo una donna in preghiera, “Catherine’s Room”,
osserviamo nell’opera successiva i segni e la gestualità dei mudra, gesti, danze
delle mani, che vanno a completare tecniche, pratiche e meditazioni atte al
raggiungimento dell'illuminazione. Nell’opera “Departing Angel”, assistiamo all’infetamento
dell’individuo all’interno di un utero d’acqua, rappresenta la nascita e
rinascita continua del sé, in un processo di ridefinizione continua
dell’identità soggettiva e oggettiva. In “The Veiling”, la foresta ci accoglie,
ci nutre, ci protegge, ma gli individui opposti, uomo e donna non possono
incontrarsi, il velo serve per svelare, per liberarsi dall’immagine dell’altro,
una prigione dell’anima, che ci confonde e va svelata.Verità, aleteia,
svelamento. Tuttavia, non essendo possibile la percezione diretta delle cose, il
risultato sarà di due soggettività filtrate, letteralmente intese come
ri-velazione perché si frappone il velo.

"In Bodies of Light”,
vediamo gli individui nella vera essenza, senza più maschere, scarnificati,
fatti di vasi sanguigni e arterie, portatrici di liquido vitale. Lo scheletro e
infine la totale disintegrazione del corpo ci permettono di comprendere che
tutto è illusione e in un attimo in un lampo di luce la corporeità è dissolta.
L’altra parte della mostra ci riporta di nuovo al centro del nostro corpo, In
“Anima” osserviamo come in uno specchio la difficoltà a manifestare e
interpretare correttamente le emozioni, sorrisi forzati, dilatati e rallentati
in un tempo e in uno spazio infiniti, le lacrime sono più facili e il Buddha
stesso, dal nirvana, voltandosi a guardare il mondo degli umani predicava, che
tutta la vita è sofferenza. Tutto è lotta e ciascuno rimane un’isola isolata nel
suo mondo, “Locked Garden”, il percorso di comunicazione è frainteso, ”The
greeting”, la collera esplode, “Silent Montain”, la pena soverchia tutto “Observance”.

Perché c’è la sofferenza? La risposta è in, ”Memoria”: la brevità della vita in
un mondo a malapena illuminato, sgranato, aggrappato a un sudario di seta, che
si muove impercettibilmente. E’ così fragile quest’esistenza, talmente facile
varcare la soglia, solo un passo oltre la parete d’acqua, “Trasparent”e, “Ocean
without a shore” e di nuovo si torna al principio.
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