“Là, dove il mare è più profondo”;
era questo il significato del nome che diede origine alla pornostar
più famosa d’Italia.
Lei, la bellissima, spregiudicata e indimenticabile Moana Pozzi;
icona del desiderio sessuale maschile per eccellenza. Lei, che,
malgrado la sua scelta di vita così azzardata e criticata dai falsi
perbenisti, era capace di provocare e di essere allo stesso
momento,un’immagine di donna intelligente, preparata, affabile ed
estremamente coerente.
Le vere dive non muoiono mai e Moana si sentiva diva fin dalla
nascita, resa purtroppo immortale da un destino crudele, quanto
beffardo.

Il
fitto alone di mistero che circonda ancora la sua morte prematura e
improvvisa, avvenuta in un ospedale di
Lione in Francia il
15 settembre 1994,
in conseguenza a un male incurabile; una fine che
non convince, o a cui non vuole credere chi l'ha conosciuta bene.

Moana
è stato un personaggio unico e meraviglioso al tempo stesso.
Elegante, libera e straordinaria, era un simbolo che piaceva a
molti. Se a tutto questo si aggiunge una fine misteriosa, risulta
facile capire come mai il suo ricordo, sia oggi più vivo che mai.
Ciò che la rese particolarmente unica nel corso degli anni, fu
probabilmente il fatto di frequentare personaggi di altri ambienti,
come politici, intellettuali e scrittori, che l'hanno indubbiamente
arricchita, diventando la donna straordinaria che tutti noi
ricordiamo. Personaggi politici, attori famosi, da Troisi a
Pozzetto, personaggi illustri come Luciano De Crescenzo, calciatori,
uomini con i quali ha avuto relazioni sentimentali più o meno
passeggere, ma ai quali ha lasciato di sicuro un ricordo
indimenticabile. La Marilyn del porno, santa e meretrice, sfacciata
e ritrosa insieme, con le Confessioni di Sant'Agostino sul comodino
e la frusta sadomaso nel pugno;
missionaria dell'amore; forse è una visione distorta, oltre che
riduttiva, della sua singolare parabola, che la vide passare dal
collegio delle Orsoline, a Rocco Siffredi, dal liceo dei padri
Scolopi alle performance con la sua amica e collega Cicciolina. Se
la telecamera la inquadrava solo nelle parti intime era capace di
limarsi le unghie; quello che avveniva dentro la sua vagina sembrava
non riguardarla. Prosperava negli abissi e nelle miserie del porno,
ma allo stesso momento leggeva Kundera, Moravia, Poe e Thomas Mann.
Era un'atleta magnifica del suo modo di essere, dolce, serena,
tiepida, ingenua da una parte e, dall'altra, ragazza di ferro,
infrangibile, dura, pronta a tutto per il denaro. Era l’Italia degli
anni Novanta, del post-Tangentopoli, del primo trionfo di Silvio
Berlusconi, che pure non l’aveva voluta, al contrario di Antonio
Ricci, nuda a “Matrioska”, solo scarpe e orecchini.
Intervistata da Giuliano Ferrara, Maurizio Costanzo, Pippo Baudo e
Indro Montanelli, diceva:
"Sono
una persona molto timida e mi imbarazzo con facilità. Se non hai
vocazione, questo mestiere è un inferno. Nuda mi sono sempre sentita
invincibile. Io sono il mio corpo. Dell'amore penso che non esiste o
meglio, è di passaggio e poi finisce. La volgarità, che è poi la
femminilità senza riserve, è un talento, non si impara. Una donna
bella deve riempire le mani di un uomo, o no? Per me la donna
oggetto è la casalinga che lava, cuce, stira e cucina. Sposarsi è la
cosa più orrenda che esista. Vado in palestra da sola, non ho amici,
non ho amiche.

Mi
sembra poco dignitoso esternare i propri sentimenti. Il mio sogno è
una vita con pochi traumi, che mi esoneri dal dolore". Figlia di un
ingegnere nucleare molto cattolico e impegnato nel volontariato,
sorella di un’altra piccola star del porno, Baby Pozzi, da una
parte, il suo riflesso in un fumetto hardcore ricco di estremismi
erotico-popolari, dall’altra una gran signora che riceveva
moltissime proposte di matrimonio, che nella sua casa amava
circondarsi di oggetti di arte sacra, inginocchiatoi, acquasantiere
e diceva di dormire in una stanza tutta rosa, in un letto a
baldacchino stile Luigi XVI. Amante del denaro (da buona genovese,
anche se era nata a Lerna, provincia di Alessandria) e dei gioielli,
gelosa in amore, non accettava la minima infedeltà e antifemminista.
Colleziona denunce per atti osceni per un totale di 24 mesi di
reclusione, senza la condizionale, confessa di tenere la Bibbia sul
comodino, di fianco all’enorme letto coperto con lenzuola nere,
leggendola a caso come se interrogasse l’I Ching, il libro
cinese delle trasformazioni. Il suo motto era: “ Vivi come se
dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai ". La
pornostar (anche se definirla così è assai riduttivo) viveva il
sesso come una missione, ne usufruiva per raggiungere e per donare
il piacere più grande. La parentesi politica con il Partito
dell'amore, le contestatissime presenze in passerella, il
matrimonio a Las Vegas con il suo autista Antonio Di Ciesco e
poi la morte; una morte prematura, a soli 33 anni, ma il suo
cadavere non fu mai fotografato, neanche al funerale.

E se
Moana fosse ancora viva? Di sicuro lo è nell'immaginario collettivo
e ancora oggi, a distanza di diversi anni, resta un alone di
mistero. Chi l’ha conosciuta nella vita di tutti i giorni, la
ricorda come una presenza che in qualche modo dava sicurezza,
proprio lei, così profondamente fragile, così apparentemente forte.
Lei, che viveva esclusivamente per il suo corpo, per esaltarne la
bellezza, che consigliava la dieta dimagrante alle sue amiche più
care. Lei, con le sue opere caritatevoli così discusse, eppure così
generosa e pura dentro, lei che prima di andarsene disse alla
madre:” Mamma, se dovessi morire, voglio che sia tu a pettinarmi, a
farmi delle belle ciglia”. Ecco, questo e altro ancora era Moana e
un articolo per ricordarla è sicuramente troppo riduttivo, ma ci
piace pensare, in qualche modo, che sia ancora viva, magari lontana
dai giudizi altrui, libera di vivere, lontana da critiche e spietate
accuse.
A
cura di: Nimue
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