Attrice
comica, personaggio di spettacolo, ma in realtà, chi è Maria Amelia
Monti?
Una
donna che ha due figli e un marito; una persona come tutte le altre.
Immagino
abbia scelto una professione che la gratifica in pieno, ma se non fosse
diventata un’attrice, quale altro mestiere avrebbe voluto fare?
Io ho
fatto il liceo artistico, poi, dato che sono stata bocciata agli esami
d’ammissione, alla scuola Del Piccolo, mi sono iscritta all’Accademia di
Brera a Milano. A quel tempo facevo pittura e dipingevo anche bene, del
resto ho anche un nonno pittore molto famoso, che si chiama Cesare
Monti, per cui ho ereditato dalla mia famiglia questa passione per il
disegno. Forse avrei dipinto, anche se è un mestiere che ti porta ad
isolarti dalla gente, nel senso che lo puoi fare nella tranquillità
della tua casa, mentre l’attrice deve stare sempre a contatto con il
pubblico e per la mia personalità preferisco quest’ultimo, perché ho più
bisogno di conferme immediate.
Meglio
recitare a teatro o in un ruolo cinematografico?
Penso
che dipenda molto dalla parte, nel senso che se è una bella parte, è
meraviglioso recitare sia in teatro, che al cinema. C’è da dire che io
teatro ne ho fatto molto di più, il cinema meno, quindi ho ancora tante
cose da imparare come attrice cinematografica.
Un
attore secondo lei, si può definire anche un po’ nomade?
In
realtà, da quando ho i figli, più di due mesi di tourneé consecutivi non
li posso fare, questo anche per un equilibrio familiare e personale,
però nello stesso momento non potrei fare a meno di lavorare. Quando
termino la tourneé sono sempre distrutta e dico che non la vorrei fare
più, poi, passati sei o sette mesi, ricomincia a venirmi la voglia di
recitare e ripartire per un nuovo spettacolo, anche perché sono
vent’anni che faccio teatro. Quando torno in quella determinata città,
il pubblico mi aspetta; è un po’ come essere a casa di amici.
Come
concilia il suo lavoro con la vita privata?
Il
mestiere dell’attrice non è un mestiere “regolare”, nel senso che lavori
intensamente, per un determinato periodo, poi hai dei mesi interi di
riposo. Non è un lavoro prevedibile, ma tutto sommato, alla fine riesco
a stare più io con i miei figli, che una commessa della Standa, che esce
la mattina alle 07.00 e torna la sera alle 20.00 ed ha soltanto un mese
di ferie ad agosto. Secondo me la cosa più difficile del mio mestiere, è
di riuscire a tenersi delle energie mentali per la famiglia, non tanto
il tempo.
Il
successo più grande a livello professionale; quello che le ha dato
maggiore soddisfazione?
Non lo so, perché in
televisione ho iniziato con una trasmissione di EnzoTrapani che andò
malissimo e s’intitolava “Prossimamente non stop”. Poi è stata la volta
de “La T.V. delle ragazze”, che mi ha portato successo, di seguito
“Amico mio”, con Massimo Dapporto, fino alle ultime sit-com, come:
“Finalmente soli” con Gerry Scotti. Però se mi chiedi il successo
maggiore, non te lo so dire…
C’è un
ruolo che vorrebbe interpretare, ma che ancora non le hanno proposto?
Ci sono
molte cose che vorrei fare, anche perché inevitabilmente uno invecchia,
per cui, se non cambi ruoli, da figlia ti ritrovi all’improvviso a far
la mamma e poi la nonna… Ci sono tanti bei ruoli che vorrei
interpretare e non necessariamente comici. Una cosa che mi piacerebbe
fare in Italia e non c’è, è recitare in quei film per la famiglia (tra
l’altro costosissimi), tipo “Mamma ho perso l’aereo”. Ecco quello mi
manca.
Che
rapporto ha Maria Amelia con il pubblico?
Penso
che se uno sa fare una cosa, ha un pò una missione; ha la responsabilità
e il dovere di farla bene. Per cui, ogni qualvolta faccio un lavoro, lo
faccio pensando di regalarlo al pubblico e il pubblico è quell’entità
che ti dà la forza di andare avanti. Capita per esempio che stai
replicando per l’ennesima volta a teatro e non hai più voglia di fare
quello spettacolo, allora entra in gioco il coinvolgimento della platea,
che ti dà la carica, l’energia per andare avanti. Il discorso è più o
meno simile, se si parla di televisione; la gente t’incontra per strada,
ti saluta, ti chiede come stai, ti dà degli stimoli per non mollare.
Cosa la
colpisce di più in un uomo?
Nel
corso della vita penso che cambino i punti di attenzione e di seduzione.
Cambiano anche i gusti, per esempio a venti-venticinque anni, la cosa
che mi colpiva di più era trovare quello che mi faceva star male, lo
identificavo subito come il mio “oggetto di culto”. Crescendo cominci a
cambiare; magari rimani più colpita da una persona che t’interessa,
perché ti capisce ed ha degli interessi comuni ai tuoi. Prima davo più
importanza al fisico, che so, ricordo che a sedici anni, se un ragazzo
non aveva delle mani che corrispondevano al mio ideale di estetica, non
lo guardavo neanche. Ora penso che la cosa più importante sia avere
degli obiettivi comuni e poi riuscire a ridere molto, a divertirsi.
Come ha
conosciuto suo marito? In quale circostanza?
Mio
marito scrive per il teatro, nella circostanza in cui ha dovuto scrivere
un testo, dove recitavo con Luca Zingaretti e Rocco Papaleo, tra l’altro
uno testi più brutti che lui abbia mai realizzato. Beh, per fartela
breve, da quel lavoro lì, è nata la prima bambina, poi il secondo…
Si
sente un pò “chioccia” nei confronti dei suoi figli e del suo compagno?
Sì,
abbastanza, molte volte mi faccio un’immagine di come dovrebbe essere
una moglie e una mamma. Una compagna che non mi appartiene assolutamente
e quindi vado in confusione; io sono una che se non dorme nove ore al
giorno, sta male fisicamente, proprio perché, recitando a teatro, ho
bisogno di riposo. In tourneé andavo a dormire alle 03.00 di notte e
mettevo la sveglia alle 08.00, per chiamare i bambini a casa, poi mi
rimettevo a dormire. Prima credevo che il ruolo di una vera mamma fosse
quello di essere sempre molto presente con i propri figli, poi invece ho
imparato a capire, che, anche se chiamavo più tardi a casa, ero più
rilassata, meno stanca e più tranquilla e trasmettevo qualcosa di
positivo ai bambini. Quindi una mamma, in realtà è un pò chioccia a modo
suo.
Matrimonio o convivenza? Cosa preferisce?
Sinceramente la convivenza. Io e mio marito (la persona che chiamo
marito) in realtà non siamo sposati. Poi ognuno è libero di fare le
proprie scelte nella vita. Comunque non sento questa necessità di
sposarmi.
Che
rapporto ha con il cibo? Si definisce una buongustaia?
No, non
sono una buongustaia. Mi piacciono molto delle cose, ma non so cucinare
bene. In compenso mi piace molto il vino, specialmente quello rosso.
La sua
vacanza preferita?
Da
quando ho i bambini, il mese di agosto lo trascorro sempre sul lago di
Como, dove c’è la casa dei miei genitori. Mi piace andare in un posto
dove posso fare delle cose. Non andrei mai a farmi un mese di mare, a
prendere il sole sotto l’ombrellone. Per esempio visitare un posto, dove
poter andare in bicicletta, è qualcosa che mi affascina. Adesso che i
bambini sono grandi, abbiamo iniziato a fare dei viaggi diversi, siamo
andati sulle “house-boat” , che sono delle specie di chiatte; delle
barcone, che si prendono in affitto. In pratica hai una casa sull’acqua
e puoi fare dei percorsi, tipo la Borgogna, l’Alsazia e Lorena; insomma
una vacanza creativa.
E’
vero che un attore comico, a volte nasconde dentro di sé un certo
quantitativo di tristezza?
Sinceramente penso di sì.
Io ho dei momenti di malinconia talmente esagerati, che mi fanno quasi
ridere. Un attore comico deve riuscire a guardarsi interiormente, a fare
dell’introspezione e poi a prendersi in giro.
La città
in cui vive attualmente: Roma. Se dovesse descrivere la capitale, cosa
direbbe?
Se
dovessi descrivere Roma, ora non lo dico, perché sei romano, ma penso
veramente che sia la città più bella del mondo. Io ci vivo da vent’anni,
sono legatissima a Milano e come puoi sentire non ho preso il minimo
accento romano.Ancora oggi non dico la pizza bianca, ma dico “focaccia”,
la busta la chiamo il sacchetto. Roma è una città che accoglie gli
“orfani”; che scalda, una città eccezionale. E’ vero, ha tantissimi
difetti, ma anche Milano ne ha.
Crede
nella reincarnazione? Che rapporto ha con il mistero?
Io sono
buddhista, lo pratico da diciotto anni e il buddhismo contempla la
reincarnazione. Sì, ci credo.
Gerry
Scotti, un bravo collega o un caro amico?
Sono
praticamente sette anni che facciamo “Finalmente soli”. Abbiamo iniziato
un rapporto da colleghi, poi siamo diventati amici e in questo arco di
tempo è successo di tutto. Io ho partorito, lui è stato operato
all’ernia del disco, insomma varie vicissitudini. Noi riusciamo a
divertirci molto e a trovare complicità durante il lavoro.
Com’è
stato lavorare in coppia con Marco Columbro?
E’ stata
un’esperienza diversissima. Abbiamo lavorato in teatro un anno e abbiamo
fatto uno spettacolo che è andato molto bene. Però, sinceramente eravamo
partiti non d’amore e d’accordo, poi con il tempo ci siamo affiatati.
Quando Marco si è gravemente ammalato, è stato proprio allora che mi
sono resa conto di quanto bene gli volevo, quindi, anche se poi non
abbiamo più recitato insieme, è rimasto comunque un affetto molto
profondo fra di noi.
L’attore
a lei più congeniale, con il quale vorrebbe recitare a teatro?
Non lo
so, ce ne sono tanti di attori. Quando recito al cinema, o in T.V., sono
più “morbida” nelle scelte. A teatro invece, cerco sempre un compagno di
tourneé idoneo, perché quando viaggi, è un pò come se vivessi con
l’altra persona. Mangi insieme, ti aspetti, si dividono molte cose. Mi
posso ritenere comunque fortunata, perché fin’ora ho sempre trovato dei
compagni eccezionali, da Alessandro Haber a Massimo Dapporto, in qualche
modo ognuno di loro aveva dei lati belli. L’anno prossimo lavorerò con
Gianfelice Imparato; è un attore che magari non conosce nessuno, perché
non ha fatto televisione o cinema, ma è bravissimo. E’ napoletano e
faceva coppia con Vincenzo Salemme.
Il suo
rapporto con il mondo informatico – interattivo?
Pessimo.
Mi informo, cerco di reagire al mio rifiuto, perché è giusto, perché è
apertura alla vita e poi con i bambini uno è obbligato. Però mi stressa
molto, tutte queste cose così tecnologiche mi stressano: la segreteria
telefonica, gli sms, ricevere la posta elettronica… L’e-mail ce l’ho, la
uso, ma solo per necessità, per esempio per andare a vedere un copione,
ma non per corrispondere. Non la guardo mai, al limite utilizzo quella
di mio marito.
La
nostra intervista termina qui, la ringraziamo molto e ci auguriamo di
vederla al più presto in televisione.
Grazie a voi di tutto.
A cura di:
Christian
e Nimue
La
Redazione de Il Settimo Senso news, ringrazia la Sig. Maria Amelia
Monti per la gentile concessione |